Mastopessi

mastopessiLa ptosi mammaria consiste nell’”abbassamento” del seno, che può far seguito alle gravidanze o semplicemente al trascorrere del tempo. L’intervento per correggere questa condizione è detto mastopessi che può essere associato, se necessario, anche al posizionamento di protesi. Con questa tecnica si riacquista forma e posizione del seno; tuttavia il nuovo aspetto delle mammelle non potrà considerarsi permanente, in quanto con l’invecchiamento il seno tornerà a scendere. L’intervento non pregiudica la capacità di allattare, anche se è preferibile eseguirlo quando si pensa di non avere più gravidanze.

Prima di eseguire l’operazione il chirurgo prescrive degli esami da eseguire, tra cui anche una ecografia o una mammografia. È opportuno smettere di fumare e non assumere farmaci simili all’aspirina nei giorni precedenti all’intervento. La mastopessi viene generalmente eseguita in anestesia generale. Il chirurgo può praticare diversi tipi di incisioni, come quella periareolare (cioè intorno all’areola) o a “T invertita”, e successivamente rimuove la cute in eccesso e riposiziona in alto il complesso areola-capezzolo. Al termine dell’intervento vengono posizionati dei piccoli tubi di drenaggio, che servono ad impedire l’accumulo di sangue o secrezioni sierose. Viene inoltre confezionata una medicazione modicamente compressiva.

Dopo l’intervento possono comparire edema o piccoli ematomi che si risolvono spontaneamente. Il dolore è in genere modesto e ben controllabile con l’utilizzo di farmaci. La sensibilità dell’areola e del capezzolo è diminuita nei giorni successivi all’operazione, ma torna normale con il passare del tempo. Vengono eseguite diverse medicazioni per controllare lo stato delle ferite e, dopo 7-10 giorni, rimuovere i punti di sutura. Progressivamente si può tornare alle normali attività, anche se è consigliabile attendere almeno un mese prima di fare sport o attività intense.

Come tutti gli interventi chirurgici, anche la mastopessi comporta dei rischi. Tra le complicanze, oltre quelle generiche quali infezioni, emorragia o reazioni avverse all’anestesia, si deve ricordare anche la possibilità che le cicatrici assumano un aspetto rilevato e arrossato (cheloidi).