Fisiologia dell’allattamento

fisiologia dell'allattamentoIl seno della futura mamma inizia a prepararsi all’allattamento già durante la gravidanza. In questo periodo le mammelle aumentano di volume perché al loro interno si sviluppano le cellule che produrranno il latte ed i dotti galattofori, che condurranno il latte al capezzolo. Sulla pelle diventano più evidenti i vasi sanguigni, i capezzoli diventano più scuri e sull’areola si evidenziano dei piccoli rilievi (tubercoli di Montgomery) che avranno il compito di produrre una sostanza lubrificante durante l’allattamento. Già intorno al quinto mese di gravidanza le mammelle sono pronte per allattare. E’ bene ricordare che il volume del seno non incide sulla capacità di allattamento.

La lattazione avviene grazie all’azione di diversi ormoni, in particolare la prolattina e l’ossitocina. La prolattina è prodotta dall’ipofisi, una ghiandola situata all’interno della scatola cranica, in risposta alla suzione del capezzolo da parte del neonato, ed è responsabile della formazione del latte all’interno del seno. L’ossitocina invece stimola la contrazione dei dotti galattofori ed è quindi responsabile dell’emissione del latte.

Durante gli ultimi mesi della gravidanza e nei primi giorni dopo il parto le mammelle producono il colostro, una prima forma di latte, dall’aspetto giallo e trasparente, utilissima per il neonato. Il colostro è molto nutriente e particolarmente ricco di anticorpi per proteggere il piccolo dalle infezioni nei primi mesi di vita.

Dopo alcuni giorni dal parto avviene la cosiddetta montata lattea; i seni si gonfiano, diventano turgidi, caldi, a volte dolenti e sulla pelle del seno compare un reticolo venoso superficiale di colore azzurro. Il colostro diventa latte vero e proprio ed avrà un colore bianco opaco. In questi giorni possono comparire brividi ed, in qualche caso, rialzo febbrile. In questo periodo le suzioni frequenti aiutano a svuotare il seno e a renderlo meno gonfio e fastidioso.

L’allattamento dura fino a che il bambino continua ad attaccarsi al seno; infatti, grazie allo stimolo esercitato dalla suzione, l’ipofisi continua a produrre la prolattina. Quando si smette di attaccare il piccolo al seno i valori di prolattina tornano nella norma e cessa spontaneamente la produzione di latte.